Mamma ho preso 5!

“Mamma, oggi ho preso 5!”

“Bravo, ti dovrai impegnare di più ma meno male che non è insufficiente”

Forse non tutti sanno che nella scuola spagnola il 5 corrisponde al 6 italiano e quindi rappresenta la sufficienza.

La tendenza è quindi fornire più appigli a chi si impegna ed evitando di porre a metà lo sbarramento tra chi passa e chi no. Sembra una questione di ben poca importanza ma in realtà riflette la profonda cura che ha la scuola spagnola dell’individuo studente. Non servono 5 gradi di giudizio dell’insufficienza: ne bastano 4, in quanto la scala dei valori in positivo (sufficienza e oltre) va valutata in una scala sicuramente più ampia che non quella dell’insufficienza.

L’utilizzo della figura che in Italia viene chiamata “insegnante di sostegno”, cioé colui o colei che si prende cura degli studenti che non arrivano alla sufficienza, qui non viene utilizzata in modo altrettanto frequente come in Italia. E’ l’insegnante principale che deve preoccuparsi che il suo ritmo venga seguito dalla classe, soffermandosi (lei stessa) sugli studenti che hanno maggiore difficoltà ad apprendere anche in orari diversi da quelli strettamente didattici. L’uso del supporto di sostegno viene invece utilizzato nei casi di studenti proveniente da altre nazioni che parlano lingue diverse e quindi si trovano in oggettiva difficoltà non tanto intellettuale, ma soprattutto a livello di capire e farsi capire.

La classe di Christian è composta da una ventina di alunni, dei quali sono una minima parte sono Canari. Ci sono alunni inglesi, tedeschi, islandesi, coreani, cinesi oltre a quelli di nazionalità in cui già si parla lo spagnolo (Venezuela, Colombia, ecc.).

Mi viene in mente che alcuni genitori italiani, all’atto dell’iscrizione del proprio figlio, storcono il naso sapendo che in classe ci sono bambini africani, arabi, ecc. Qui non è così, anzi: il fatto di sapere che tuo figlio venga a contatto con etnie e culture diverse è motivo di soddisfazione. Perché il futuro, volenti o nolenti, è multi-etnico ma con un presupposto fondamentale (che qui è garantito): che alla base della multi-etnia esista il rispetto a tutti i livelli. Sia a livello alunni e sia a livello genitori ed adulti.

Se in altre parti esistono razzismo e razzismo al contrario, facendo un giro per Las Palmas o perlomeno in qualsiasi zona (anche in Spagna), vedrai arabi, cinesi, italiani, svedesi, inglesi, coreani, ecc. che sono liberi di conversare tra loro, che non hanno settori e quartieri a loro riservati, che non hanno ghetti. Ognuno si veste come vuole, professa il culto che vuole e, come in ogni nazione civile, vive la sua vita senza preoccuparsi del colore della sua pelle o della lingua che parla.

 

La scuola di Christian

Christian aveva 9 anni l’anno scorso.
Passando da una quarta elementare di una scuola italiana statale ad un CEIP in Las Palmas ne è uscito con una promozione con svariati 8,9,10 tranne 5 in lengua (il 5 vale il 6 italiano) dopo appena 4 mesi, essendo entrato a metà gennaio.

Tale promozione non solo ci ha reso molto felici (dato che l’incognita scuola rappresentava  la parte più critica nella nostra decisione di trasferirci), ma ha anche conferito al piccolo un’ enorme autostima. Tutto questo grazie anche alla cura, all’attenzione degli insegnanti che considerano gli alunni come individui e non numeri come purtroppo sta avvenendo in Italia, dove un insegnante non ha più i mezzi (e qualche volta la voglia) per interessare gli alunni agli studi.

Qualcuno dirà (ci giurerei): ehhhh… capirai la scuola alle Canarie, tutti promossi e qualità infima.

Dunque, tanto per iniziare qui nella scuola primaria si boccia (cosa assai rara in Italia dove quando l’insegnante boccia, il TAR promuove). Lo scorso anno si è registrato il picco di bocciature. La bocciatura non è una punizione ma è un invito a migliorare e non mandare allo sbaraglio chi ha bisogno di più tempo per apprendere.

Il livello di studio è nettamente diverso da quello a cui eravamo abituati: ci sono tecnologie, gite didattiche, attività creative e continuo riferimento a temi importanti (educazione sociale, rispetto per la natura, robotica, informatica) svolti con lavori di equipe (gruppi di alunni) che hanno fatto in modo che il primo a svegliarsi per andare a scuola al mattino era proprio Christian.

Qui, come diceva Finardi, la scuola insegna ad imparare.

Nell’ora di musica si fa musica, nell’ora di informatica c’è un PC per ogni alunno, nell’ora di scienze si studiano i vulcani e si fa a vederli, si studia il pomodoro e si va a piantarlo, si studia l’educazione civica e si capisce come questo posto sia privo di delinquenza e spazzatura abbandonata.
Ti cito solo un fatto: nel primo giorno di scuola per Christian la classe gli ha fatto una festa con tanto di bandiere italiana e spagnola sulla porta dell’aula. Christian era commosso (e noi, dopo il suo racconto, idem).

Aggiungo anche che l’integrazione è talmente trasparente che ne siamo rimasti meravigliati. La lingua non è un ostacolo. Il personale didattico, la direzione fino ad arrivare al personale della mensa ti mettono a tuo agio senza farti sentire emarginato o in difetto a causa del tuo iniziale non potersi esprimere. Siamo piuttosto noi, da buoni italiani che manco conoscevano il vicino di casa, a doverci liberare dai pregiudizi e dalle tare che facevano parte della nostra “cultura del prossimo”.

Le 20 regole per guidare a Las Palmas

  1. Quando il semaforo è giallo (o arancione per chi preferisce) lampeggiante, i pedoni posso attraversare: quindi occhio a dx e sx!
  2. Se scatta il verde ed attendi più di 2 secondi qualcuno dietro ti suonerà (e questo avviene anche in Italia); ma se accompagni il figlio davanti alla scuola e ti fermi per farlo scendere e se anche tu scendi per accompagnarlo nessuno ti suonerà per tutto il tempo che utilizzerai
  3. I taxi sono gentili e ti danno la precedenza se hai sbagliato corsia e vuoi rientrare
  4. Quando attraversi la strada ed intorno c’è assoluto silenzio, non fidarti delle sole tue orecchie: molte auto sono ibride (elettriche) e non fanno alcun rumore
  5. Anche se hai bevuto un paio di birre, non metterti subito alla guida. La tolleranza alcolica è prossima allo zero e rischi il sequestro dell’auto, della patente ed un processo penale
  6. La polizia c’è sempre, anche se non la vedi. Occhio ai limiti, specie sulla autovìa (la nostra autostrada)
  7. Se subisci o provochi un incidente, chiama sempre il 112 e fai redigere un verbale
  8. Gli automobilisti qui sono educati e rilassati: non si vedono gestacci o maleducazioni stradali. Guida rilassato.
  9. I pedoni sulle strisce hanno SEMPRE la precedenza. Quando ti approcci ad un passaggio pedonale guarda sempre i pedono che sono nelle vicinanze e cerca di capire se vogliono attraversare. Fermati sempre: ci sono multe salatissime se non lo fai.
  10. Ci sono centinaia di corsie preferenziali per ciclisti e portatori di handicap: quando attraversi un incrocio guarda sempre anche tali corsie.
  11. Molti autobus (qui li chiamano guagua) hanno l’asse posteriore sterzante: attenzione ad affiancarsi nelle curve a 90 specie se sei in moto
  12. Alcuni posteggi sono a pagamento e vincolati ad una unica permanenza  giornaliera. Porta con te il tuo numero di targa in quanto il tassametro te lo chiederà e, terminato il posteggio, non potrai più posteggiare in quella zona fino al giorno dopo. I costi, rispetto all’Italia, sono ridicoli.
  13. Las Palmas è una città estremamente pulita e civile. Non gettare MAI alcun oggetto dal finestrino. Rischi una forte multa.
  14. Ricorda di tenere efficiente l’impianto frenante, freno a mano incluso. In Las Palmas ci sono salite (e discese) anche del 15%
  15. Attenzione alle moltissime rotonde: ricorda che la corsia più esterna della rotonda è l’unica che consente di uscirne. Se per sbaglio ti trovi nella corsia più interna, devi dare la precedenza a chi è in quella più esterna, altrimenti rischi di tagliargli la strada se non svolta.
  16. Las Palmas è una città a misura di portatori di handicap motori, pertanto ogni incrocio pedonale non ha scalini ma uno scivolo: non posteggiare mai in prossimità di uno di questi: la rimozione forzata impiega pochi minuti dalla segnalazione.
  17. In certi orari della giornata può essere che i posteggi siano colmi o il traffico sia molto elevato. Se devi andare in centro, usa il Taxi. Qui i Taxi, rispetto all’Italia, hanno costi estremamente inferiori (0,64 euro/km) e, come a Londra, puoi prenderli ad alzata di mano (sono tanti e sempre in movimento).
  18. Contrariamente all’Italia, non ci sono buche o strade sconnesse. Il sole però gioca brutti scherzi specie alle prime ore del mattino o al tramonto. Assicurati di avere montata una aletta parasole e/o porta sempre gli occhiali da sole.
  19. Sulla autovia (70km di autostrada gratuita, 3 corsie, illuminata) il limite passa in continuazione da 80 a 120km/h. Occhio a rispettarlo
  20. In Gran Canaria ci sono centinaia di km di strade interne, la maggior parte delle quali in perfetto stato di manutenzione. Tuttavia ci sono un’infinità di curve. Assicurati che chi viaggia con te non soffra il mal d’auto. Nel caso fallo sedere davanti.

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Sanità a Las Palmas

A tutti può capitare un inconveniente di salute più o meno spiacevole e grave. La grande fiducia che una persona deve avere nei confronti del sistema sanitario del proprio Paese è dettata da due fattori fondamentali: la velocità di intervento e la qualità della cura.

Qualche mese fa, Cristina ha sviluppato una tosse consistente, quasi asmatica, specie nelle ore della notte. Ci siamo quindi recati presso l’ospedale Vithas Santa Catalina per fissare una visita. Ecco la cronologia:

Ore 10:00 – In accettazione (non al pronto soccorso)

Ore 10:30 – Visita dal pneumologo il quale prescrive i raggi al torace ed al viso come primo accertamento

Ore 11:00 – Vengono eseguiti i raggi

Ore 11:30 – Vengono consegnate le lastre con il referto

Ore 11:45 – Di nuovo dal pneumologo per la consultazione del referto

Ore 12:30 – Siamo fuori dall’ospedale con la diagnosi (formazione di catarro nelle cavità sub nasali, il quale scendeva in gola e generava la tosse) e relativa prescrizione dei farmaci.

In 2 ore e mezza, senza spendere un solo euro (abbiamo l’assicurazione salute, intorno ai 50 eur/mese) abbiamo risolto il caso.

La lingua: i “falsi amici”

Ma che vuoi che sia la differenza tra spagnolo ed italiano? Noi italiani siamo abituati ad arrangiarci, figurati a farti capire: sarà facilissimo tanto le parole “suonano” simili se non uguali!

Cameriere? mi porta per favore un panino caldo con burro? Ti arriverà una fetta di pane trasportata da un asino con una tazza di brodo.

Parola              in      spagnolo:
  
Può essere scambiato per:
 
Vero significato:
Traduzione in spagnolo falso amico
Amo Amo (di amare) Padrone Quiero (del verbo Querer)
Ante Ante (delle finestre) Prima, prima di Hojas
Autista Autista Autistico Conductor
Azoto Azoto Frusto (da frustare) Nitrógeno
Burro Burro Asino Mantequilla
Caldo Caldo Brodo Caliente
Camino Camino Cammino – sentiero Chimenea
Carta Carta Lettera Papel
Cava Cava Spumante Cantera
Cerca Cerca Vicino a Busca (dal verbo buscar)
Cero Cero Zero Vela
Corvo Corvo Di forma curva Cuervo
Esclusa Esclusa Chiusa (fluviale) excluida
Fermata Fermata Calderone Parada
Garza Garza Airone (Uccello) Gasa
Gamba Gamba Gamberetto Pierna
Ladra Ladra Abbaia Ladrona
Largo Largo Lungo Ancho
Lobo Lobo Lupo Lóbulo
Lodo Lodo Fango Laudo
Loro Loro Pappagallo Ellos
Lupa Lupa Lente d’ingrandimento Loba
Nata Nata Panna Nacida
Nudo Nudo Nodo Desnudo
Oso Oso Orso Atrevo
Patente Patente Brevetto Carnet de conducir
Patito Patito (da patire) Piccolo papero Sufrido
Ponte Ponte Mettiti Puente
Porte Porte Portamento Puertas
Poste Poste Palo – traliccio correos
Presa Presa Diga – preda (di caccia) Cogida
Preso Preso Prigioniero Cogido
Primo Primo Cugino Primero
Rata Rata Topo – ratto Cuota – plazo
Respingo Respingo Sobbalzo Rechazo
Sarta Sarta Sfliza (di cose o parole) Costurera
Savia Savia Linfa Sabia
Seta Seta Fungo Seda
Tasca Tasca Osteria – bettola Bolsillo
Topo Topo Talpa Ratón
Vado Vado Guado Voy
Vaso Vaso Bicchiere Florero – maceta

Chi siamo e istruzioni per l’uso

La valigia sul letto è quella di un lungo viaggio…

No, non mi piace, troppo retrò…

You and me, were meant to be,
Walking free, in harmony,
One fine day, we’ll fly away,

Ecco, ci siamo. Questa citazione rende bene l’idea!

Salve!
siamo R,M,C.
Non Radio Montecarlo bensì le iniziali dei nostri nomi.

Tenete presente che R sono io, M mia moglie e C il nostro “piccolo” di 10 anni (data del post).
Aggiunte alla allegra comitiva le nostre due piccole mascotes feline con un pedigree arricchito da 4000km di volo. A parte C e le mascotes, abbiamo superato (senza esagerare) il mezzo del cammin di nostra vita e abbondantemente superato il traghetto di Caronte fatto di continue andate e ritorno verso la luce vista in fondo al tunnel .

CHI SIAMO

R
Cosa mi piace: Tecnologia e gadgets, scienza e informatica, musica progressive e  qualsiasi pezzo anche di un solo accordo in cui si percepisca un “pathos” o qualcosa che generi un’emozione.

Cosa non mi piace: lo shopping inteso come ricerca di mercato passeggiando ore per centri commerciali (sono più per il Veni Vidi Vici), chi odia la pigrizia, quelli che “lo fanno tutti no?”, le feste comandate, qualsiasi cosa scontata (eccetto i saldi), le gite a piedi soprattutto quando gli altri ti passano in macchina vicini.

M
Cosa mi piace: Lettura ed informarmi costantemente, tacco 12 a spillo e ferramenta (so aggiustare qualsiasi cosa), gonne corte e cucito, la gastronomia e le ricette,  lo shopping inteso come ricerca di mercato passeggiando ore per centri commerciali, le gite a piedi (ah scusate, che altro ha detto R che non gli piace?).

Cosa non mi piace: L’ipocrisia, chi tratta male gli animali, chi non rispetta l’ambiente, chi non rispetta le donne e chi se la tira…

C
Cosa mi piace: il copia ed incolla per i riassunti, Fifa 16, il calcio, i miei compagni di scuola, mangiare con il gomito sul tavolo e vedere le facce dei miei genitori.

Cosa non mi piace: la legge di gravità laddove quando mi cambio o quando finisco uno yogurt tutto non sia attratto rispettivamente da armadio e cestino, i pomodori e la lattuga,  i compiti a casa.

E’ iniziata la nostra avventura in una giornata di pioggia e freddo da un aeroporto italiano e approdata a Las Palmas insieme (oltre a noi) a 8 valigi(on)e di marca ben conosciuta e robusta, due trasportini e un container di nostre cose-di-casa che avremmo aspettato due mesi prima di usufruirne (ed aver praticamente riacquistato tutto prima che arrivasse).

Istruzioni per l’uso

Questo “blog” nasce da un desiderio di dare spazio a sensazioni, emozioni, incazzature, divertimenti, preoccupazioni e fancazzismi che viviamo quotidianamente o ci passano per la testa in uno stile per quanto possiamo “politically correct” infarcito talvolta da espressioni più o meno colorite a seconda del “mood”.
Ecco lo stile italiano: 3 neologismi inglesi in un paragrafo. Capita. E capiterà. Non è snobismo, è quasi sempre la prima parola che arriva alla mente dopo anni di “Job Act”, “Spending review”, “Fiscal drag” e tutte le pillole addolcite (leggi inculate) a cui ci siamo abituati.

Uno degli aspetti tipici dell’italiano medio è quello di essere un giano bifronte tra sciovinismo ed esterofilia. Cercheremo in queste pagine di non caderci. Soprattutto cercheremo di essere davvero noi stessi, slegati ed indipendenti da luoghi comuni e la filosofia del “è bello scrivere cose belle perché fa stare bene”.

Dato che siamo alle Canarie e a quanto pare la zona è diventata robusta terra di immigrazione di italiani, ecco cosa non troverete qui:

  1. Informazioni per trasferirsi
  2. Pubblicità occulta di servizi e prestazioni
  3. “Mi trovi un lavoro o una casa?”
  4. “Come si ottiene la residenza?”

Intendiamoci bene: ci sono professionisti italiani che si occupano di queste cose e taluni lo fanno davvero bene in qualità di persone serie e competenti. Ma ad ognuno il suo. Qui si parla di tre persone che vivono alle Canarie per scelta e non per necessità, che hanno sfidato luoghi comuni del tipo:

  • “Vostro figlio avrà problemi con la lingua a scuola”
  • “Non partire, le tue radici sono qui”
  • “Ma è un’isola quasi invisibile, in Africa!”
  • “Ma esistono i negozi?”
  • “Ti curano gli stregoni?”
  • “Parti in quanto evasore incallito?”

e qualsiasi tipo di invidia e malignità, a volte esplicita, a volte implicita, subliminale, in modo che se qualcosa fosse andato storto, la causa sarebbe stata facilmente attribuibile a te. Il classico senso di colpa insomma.

Il problema di fondo è che nella vita alcuni si costruiscono dei cerchi in modo da rimanerne sempre al centro. Tali cerchi che dovrebbero rappresentare difese naturali personali e della propria famiglia, talvolta si dimostrano sbarre di prigione, confini virtuali invalicabili e potenti limitazioni psicologiche. Il numero di questi cerchi è inversamente proporzionale alla propria libertà e creatività: aumentano i cerchi e come conseguenza limito la mia libertà. Chiamateli cerchi, chiamatela spirale. Non se ne esce, se non aggiungendo una dimensione: quella verticale. La cavia nel labirinto non sa che basterebbe saltare per individuare il premio. Noi abbiamo fatto il salto, anzi: in questo caso il volo. E abbiamo vinto il premio perché nulla è più gratificante di sentire di avere fatto la scelta giusta, di avere riacceso sorriso ed emozioni ai propri familiari, di avere riacquistato la propria dignità, di aver fatto partire un nuovo progetto, di affrontare con positività e forza qualsiasi imprevisto del vivere quitidiano. La vita stessa è più bella sotto un cielo azzurro, sopra un immenso oceano blu e con le persone per strada che, pur sconosciute, ti salutano sorridendo con un “Hola!”.

Potrà succedere che qualche volta parleremo male criticamente dell’Italia. Non abbiamo preconcetti, ma ci incazziamo quando qualcosa va bene qui e va male lì. Insomma l’odio è pur sempre una componente dell’amore. Chiedete a qualsiasi turista se adora l’Italia: tutti risponderanno sì. Chiedetegli infine se ci vivrebbe…

Una cosa importante: tutto quello che scriviamo e scriveremo è rigorosamente vero. Il più delle volte ci aiuteremo con testi di giornali (non bufale) seri, foto, video. Non abbiamo alcun interesse a farvi vedere e percepire quanto stiamo bene qui. Ogni singolo post è privo di secondi fini.

Infine, ci preme sottolineare che abbiamo scelto di creare questo sito per puro spirito di libertà. Nessuno ci paga o ci sponsorizza. Pertanto vogliate in anticipo scusare se la nostra frequenza di scrittura non sarà costante. Leggeremo comunque sempre e volentieri i vostri eventuali commenti.

Un abbraccio da R,M,C.